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PIERRE RESTANY

 

II nome di Renzo Cortina è, nella mia mente, strettamente legato a quello di Dino Buzzati, che io ho assiduamente frequentato negli anni 60 e che mi era stato presentato da Carlo Massimo Asnaghi un

personaggio mitico della vita notturna della Milano di quegli anni: era il famoso direttore del night club Charly Max. Renzo Cortina attirava molta gente nella sua libreria di Piazza Cavour, che funzionava come un vero e proprio salotto aperto in permanenza. Renzo era curioso di tutto ciò che in quell'epoca avveniva a Milano e a Milano, negli anni 60, ne sono successe di cose! La libreria di Piazza Cavour era a due passi dalla Galleria del Naviglio, il feudo di Carlo Cardazzo. Era assai attiva e rivaleggiava per le iniziative con la Galleria Apollinaire, che era diretta da Guido Le Noci e al cui orientamento ho contribuito molto attivamente.  Si produceva così un grande scambio osmotico fra diversi luoghi di quella zona particolarmente dinamica e calda che andava da Piazza Cavour al quartiere di Brera, passando per Via Bagutta e il suo famoso ristorante. Alcuni luoghi privilegiati erano il bar Giamaica, un po' più lontano, il ristorante Pigolo, in Largo Treves. Fontana, il cui atelier era abbastanza vicino, si faceva vedere spesso alla libreria Cavour, di cui era un fedele cliente. Era per lui un'occasione per incontrare i vecchi amici del Naviglio, come Scanavino, o i giovani avventurieri dell'arte "nucleare", come Baj. Arturo Schwarz, il libraio surrealista di Via della Spiga, apriva la sua galleria d'arte in Via Gesù. In poche parole, la libreria Cavour era in un certo senso il polmone regolatore di quel territorio culturale che era venuto ad innestarsi su quello delle storiche e grandi gallerie milanesi d'anteguerra, da Lorenzelli a Ghirindelli, passando da Grassetti o dal corniciaio Marconi. Renzo Cortina si trovava perfettamente a proprio agio con tutti quei personaggi che rappresentavano climi culturali estremamente differenti ed avevano pesi diversi sulla bilancia artistica di quegli anni. La libreria di Piazza Cavour aveva il raro talento di misurare la fantasia, l'energia, l'ambizione dei suoi clienti in un periodo di grande transizione, nel quale Milano consolidava i valori sicuri della sua cultura lombarda e al contempo si apriva alle più discusse tendenze dell'avanguardia internazionale. E' sicuramente nel momento più intenso del mio intervento sulla scena artistica milanese, affianco a Paolo Pillitteri, assessore alla cultura del sindaco Aniaasi, che Renzo Cortina si trovò più vicino a me. Fu l'indimenticabile momento, nel 1970, del decimo anniversario del Nouveau Realismo con la storica esposizione alla Rotonda di Via Besana e le grandi manifestazioni nel centro della città: gli impacchettamenti di Cristo, le colate di Cèsar, il Tiro a Segno di Niki de Saint Phalle, i manifesti lacerati di Mimmo Rotella e, a coronare il tutto, la Vittoria di Tinguely sul sagrato del Duomo!

Durante i mesi di ottobre e novembre di quell'anno 1970, la libreria Cavour ha funzionato come una centrale parallela d'informazione sulla presenza dei Nouveaux Réalistes a Milano. Fu un appoggio non indifferente che venne a completare l'aiuto prezioso offertoci da Dino Buzzati nei suoi articoli   sul Corriere della Sera. Sono cose che non si dimenticano!