Città di San Donato Milanese
Galleria
d'Arte Contemporanea
Cascina
Roma
Piazza
delle Arti, San Donato Milanese
LA GALLERIA CORTINA
40
anni di arte e cultura a Milano. 1962 - 2002
Introduzione
critica di Rossana
Bossaglia
A
cura di Stefano Cortina
Inaugurazione: sabato 9 marzo 2002, ore 18,00
Metamorphica è il titolo di una mostra presentata nel 2000 dall'associazione Renzo Cortina. Non è
di quella mostra che desidero parlare, ma quel titolo carico di significati simbolici appartiene alla
mia storia. "E' percorso dall'indefinitezza alla forma, dal pensiero alla storia, dalla via al cammino.
La metamorfosi attiene alla vita, così come all'arte". Sono parole che sento più che mai legate a
questo racconto.. .forse lo sono in quello di ogni uomo, ma qui oggi segnano la narrazione
dell'attività della galleria Cortina. Appartengono a quella strada che nell"87 decisi di
intraprendere.
Da solo.
Dopo la scomparsa di mio padre, con il quale collaboravo già da qualche anno, assunsi la
direzione
della galleria. Decisi così di lasciare l'attività libraria, settore al quale sono ancora oggi
particolarmente legato, per le arti visive. Un mondo che, pur con tutte le sue complessità dettate
anche da un mercato difficile, mi apparteneva e con il quale iniziavo ad avere dimestichezza.
L'eredità di professionalità e di conoscenze che mio padre mi aveva lasciato - peraltro ben
documentata dalle tante testimonianze raccolte dagli amici in questo catalogo - era tale che decisi diportare avanti il lavoro da lui intrapreso 25 anni prima.
Lasciai nel '96 la sede storica di Piazza Cavour e con otto artisti fondai questa associazione
culturale intitolata per l'appunto a Renzo Cortina, proseguendo l'attività espositiva nel nuovo centro
di via Mac Mahon. E' uno di quei luoghi, inseguito da lungo tempo, che appartiene alla Milano
"nascosta", da scoprire proprio lì su quei viali trafficati che sembrano non poter riservare sorprese.
Mi innamorai di quel luogo, trattiene un'atmosfera poco urbana, direi quasi aerea, fatta di silenzi e
di architetture dolci. Era perfetto per creare uno spazio diverso, sede dei linguaggi della creatività.
La formula associativa mi permetteva di coinvolgere direttamente quei giovani protagonisti che
avevano deciso di lavorare nell' arte, di comprenderla ponendosi anche dalla parte di chi la
promuove: artisti ed insieme promotori culturali. Giovani scopritori avventurosi che avevano capito
l'importanza di cogliere un mondo che oggi diventa sempre più "contaminato". Il loro
atteggiamento rifletteva, e lo fa ancora oggi, l'evoluzione dei tempi e del mercato. E' stata una
scelta, sicuramente mori da schemi canonici; eppure in tanti, in quegli anni particolarmente duri per
l'arte, si sono "reinventati" per poter far fronte ai cambiamenti sociali e alle tante difficoltà, anche
economiche, che hanno toccato anche il nostro settore. E così assieme a questi giovani, legati da
ambiti di ricerca artistica, affinità di percorsi, frequentazioni comuni, ho intrapreso questa nuova
avventura che ancora oggi è ricca di curiosità, di spunti e di sorprese.
Sempre più artisti hanno iniziato a fare di questo nuovo spazio "culturale" un importante punto
d'incontro, un luogo di dibattito: vedevo realizzarsi il sogno nel cassetto che in qualche modo dava
continuità a tutto quello che aveva significato a Milano, negli anni Sessanta, la galleria Cortina. In
via Mac Mahon c'ero io, con la mia identità di gallerista ma anche di promotore. Se nella storica
galleria di Piazza Cavour si alternavano mostre di artisti consolidati a giovani emergenti,
identificandosi sempre più anche come "salotto letterario" ove si tenevano incontri importanti, qui
siamo riusciti a creare nel contemporaneo, quella stessa vivacità di un tempo.
Il 23 settembre 1996, abbiamo inaugurato lo spazio con una mostra personale di Emilio Tadini. Un
grande e rinomato artista che ha richiamato centinaia di visitatori. Da allora sono passati più di
cinque anni; gli eventi si sono alternati con grande vivacità, dando spazio ad esposizioni di artisti
famosi, come Roberto Grippa, Sandro Martini, Marcello Dudovich .Eugenio Carmi .Giancarlo
Cazzaniga e tanti altri, ad esposizioni di giovani che abbiamo sempre attentamente selezionato.
La volontà che ancora oggi contraddistingue il nostro operato è quella di presentare ricerche
dell'arte contemporanea che riteniamo interessanti, senza pregiudizi critici. Un punto di incontro
per la molteplicità dei linguaggi e delle sperimentazioni oggi esistenti. E' una scelta di
controtendenza rispetto alla filosofia di tante gallerie, che si identificano con alcuni filoni dell'arte,
peraltro rispettabilissimi. Ma quella "strada" diversa rispecchiava un momento in cui l'arte
viveva una fase di destabilizzazione dove non poteva essere facilmente "etichettata" dentro a correnti,
filoni, ricerche come invece lo era stata in passato.
E così in questa alternanza di eventi e idee, abbiamo dato sempre più spazio agli incontri su temi
dell'arte contemporanea, alla presenza di artisti, critici, galleristi e pubblico, alle performance,
senza tralasciare momenti culturali legati a presentazioni di libri o alla musica.
Insomma non solo galleria, bensì un luogo per l'arte, dove incontrarsi, dove accogliere anche quel visitatore che in una
galleria non c'è mai entrato. Non dimentichiamo infatti quel "blocco" che hanno molti a varcare la
soglia di una galleria d'arte. Tutti noi galleristi abbiamo vissuto giorni interi senza vedere un'anima
all'interno del nostro spazio, quasi l'arte intimorisse, per non dire "dell'arte, soprattutto di quella
contemporanea, la gente se ne frega". Non gli interessa, non la capisce.
Qui è diverso, perché la curiosità è tanta, da parte di tante diverse persone. C'è la vitalità. Supporto,
stimolo, consolazione: anima del fare. Di intraprendere collaborazioni con Enti pubblici italiani,
relazioni con istituzioni estere, con altre realtà espositive nazionali, ma anche
internazionali - penso ad esempio alle mostre "Milano-Berlino Metropoli a confronto", ma anche alle tante esposizioni
promosse in collaborazione con altre importanti realtà culturali, con il Museo d'Arte Moderna di
Gazoldo degli Ippoliti (Mn), con la Società Belle Arti di Verona, con il Centro di documentazione
della ricerca artistica contemporanea "Luigi Di Sarro" a Roma o nei tanti luoghi, musei e
fondazioni vicino a Milano.
L'avventura continua. Oggi questa mostra ci invita ad una pausa, quasi un bilancio su quelli che
sono stati questi quarant'anni di attività legati al nome Cortina. Uno sguardo sull'arte che ha
segnato la fine del secolo. Non lo sento come un punto d'arrivo; penso piuttosto che sia il racconto
di una bella avventura che ha riservato sorprese significative che è giusto ricordare. Una storia
dettata da quella "metamorfosi" che segna questo cammino nell'arte intrapreso nel lontano 1962.
Oggi è un coro a più voci ciò che contraddistingue l'associazione culturale Renzo Cortina e mi
piace che sia così. Mi piace pensare che al di là delle leggi di mercato che fanno comunque parte
della mia attività di gallerista ci sia lo spazio per altro. Per pagine che devono ancora essere scritte.
STEFANO
CORTINA
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La Galleria Cortina compie 40 anni.
Il
lungo percorso di mostre e iniziative culturali viene qui
riassunto attraverso una selezione di 70
artisti fra i circa 500 che hanno esposto dal 1962 fino ad oggi.
La mostra e il catalogo - evidenziando la figura di Renzo
Cortina, fondatore della storica libreria - galleria in Piazza Cavour a Milano, documentano
l'attività che ancora oggi continua con ampio consenso soprattutto verso le nuove generazioni di
artisti.
La Galleria Cortina, infatti, sin dalla sua nascita ha
dimostrato l'acutezza e la lungimiranza negli
orientamenti editoriali ed artistici, puntando ad avere
nella propria "scuderia" non solo autori noti ma anche personalità emergenti, individuandone la
qualità e le conseguenti possibilità di successo.
Una preziosa occasione, quindi, per osservare come
sia importante la sinergia fra pubblico e privato, fra imprenditoria e promozione culturale.
Del resto, la collaborazione a stretto contatto fra Gallerie
ed Enti Pubblici, è comprovata da questa
stessa mostra presso Cascina Roma.
L'esposizione vuole essere al contempo celebrativa
per ciò che è stato e di buon auspicio per ciò che avverrà.
Contributi
di Pierre Restany, Franco Passoni, Angela Madesani, Maria Teresa
Ferrari, Luciano Minguzzi, Felicita Frai, Nantas Salvalaggio,
Paolo Mosca, Nino Romano, Paolo Pillitteri, Alma Cappiello,
Maria PIa Fanfani, Gianna Tani, Giorgio Marconi, Giorgio Ghelfi,
Guido Palmieri.
Catalogo
in galleria.
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Metamorphica is the
title of an exhibition presented in 2000 by the Associazione Renzo
Cortina. But it is not of this exhibition that I wish to speak,
but that title so full of symbolic significance connected to my
history. “It is the path from indefiniteness to form, from
thought to history, from the beginning through the path. The
metamorphosis sticks to life, as with art”. These are the words
that I feel more than ever connected to this story…perhaps they
are for every man, but here today they signal the narration of the
activity of the Cortina Gallery. They belong to the path that in
’87 I decided to take.
Alone.
After the death of
my father, with whom I collaborated already for several years, I
took charge of the running of the gallery. I decided to drop the
book shop activity, a sector with which I am still particularly
attached, for the visual arts. A world which, even with all its
fixed complexities and difficult market, was part of me and with
which I began to have familiarity.
The heredity of
professionalism and knowledge that my father left me – moreover
well-documented by the many testimonials gathered from friends in
this catalogue – was such that I decided to carry on his work
begun 25 years before.
In ’96 I left the
historical site of Piazza Cavour and with eight artists founded
this cultural association dedicated to Renzo Cortina, continuing
the exhibition activity in the new centre of via Mac Mahon. It is
one of those places, followed for a long time, which belongs to
the “hidden” Milan, to be discovered exactly there along those
trafficked roads that seem to not hold surprises. I fell in love
with that place, which does not have an urban atmosphere, but is
airy, made of silences and sweet architecture. It was perfect to
create a different space, a site for creative languages. The
associative formula allowed me to directly involve those young
protagonists who had decided to work in the field of art, to
understand it, placing themselves on the side of who promotes it:
artists and cultural promoters together. Young adventurous
explorers who understood the importance of seizing a world that
today becomes more and more “contaminated”. Their behaviour
reflected, and still does today, the evolution of the times and
the market. It was a choice, surely outside of the box, and yet
in many, and in those particularly difficult years for art, they
“reinvented” themselves to be able to confront the social changes
and the many difficulties, also economic, that have touched our
sector. And so, together with these young people, connected
through artistic research, affinity of path, common acquaintances,
I began this new adventure that still today is rich with
curiosity, ideas and surprises.
Ever more artists
have begun to make this new “cultural” space an important meeting
point, a place for debate: I saw a secret dream that in some way
gave continuity to everything that had meaning in Milan in the
60s, the Cortina Gallery, become reality. I was there in via Mac
Mahon with my identity as art dealer, but also promoter. If in
the historical gallery of Piazza Cavour exhibitions by established
artists and emerging artists were alternated, identifying itself
more as a “literary salon” where important meetings took place,
here we were able to create, in contemporary times, that same
vivacity of the past.
On 23 September
1996, we inaugurated the Galley with a personal exhibition of
Emilio Tadini. A great and renowned artist who attracted hundreds
of visitors. Since then five years have passed, the events
alternate with great vivacity, giving space to exhibitions of
famous artists like Roberto Crippa, Sandro Martini, Marcello
Dudovich, Eugenio Carmi, Giancarlo Cazzaniga and many others, and
to exhibits by younger artists who we have always carefully
selected. The desire that still today distinguishes our operation
is to present contemporary art research which we consider
interesting, without critical prejudices. A meeting point for the
multitude of languages and of experiments existing today. It is a
countertrend choice with respect to the philosophy of many other
galleries, which identify themselves with a few art tendencies,
however very respectably. But that different “path” reflected a
moment in which the visual arts lived a phase of destabilisation
where it could not be easily “labelled” within tendencies, trends
and researches as it was in the past.
And thus, in this
rotation of events and ideas we have always given more space to
meetings on themes in contemporary art, to the presence of
artists, critics, art dealers and the public, to performance,
without leaving out cultural moments connected to book
presentations and music. Therefore we are not a gallery, but
rather a place for art, to meet, where a visitor who has never
entered an art gallery is welcomed. In fact we do not forget that
“block” that many have of crossing the threshold of an art
gallery. All art dealers have had whole days without seeing a
soul in our galleries, as if art was frightening, let alone say
that “ people do not care about art, particularly contemporary
art”. They are not interested, they do not understand.
Here it is
different, because there is a lot of curiosity from many different
persons. There is vitality. Support, stimulus, consolation:
pragmatic spirit. When collaborating with Italian public
institutions, in relations with foreign institutes, with other
national and international exhibition spaces – for example
“Milano-Berlino Metropoli a confronto”, but also many other
exhibits promoted in collaboration with other important cultural
centres, with the Museum of Modern Art in Gazoldo degli Ippoliti (MN),
with the Fine Arts Society of Verona, with the Centre for
Documentation of Contemporary Art Research “Luigi Di Sarro” in
Rome, or in the many museums and foundations near Milan.
The adventure
continues. Today this exhibition invites us to pause. It is a
sort of summary of what has been nearly forty years of activity
connected to the name Cortina. A glance at art which has marked
the end of a century I do not feel like it is a destination; I
rather think that it is the story of a great adventure that has
offered important surprises which we must remember. A story
dictated by the “metamorphosis” which marks this walk through art
begun back in 1962. Today what distinguishes the Associazione
Culturale Renzo Cortina is a chorus of voices, and I like it that
way. I like to think that beyond the laws of market, which are
anyway part of my activity as an art dealer, there is space for
something else. For pages which still need to be written.
STEFANO CORTINA
The Cortina Gallery
celebrates 40 years.
The long history of
exhibitions and cultural initiatives is here summarised through a
selection of the nearly 500 artists who have exhibited from 1962
to today.
The exhibit and
catalogue – highlighting the figure of Renzo Cortina, founder of
the historical book shop-gallery in Piazza Cavour in Milan –
documents the activity which continues even today with widespread
success above all towards the new generations of artists.
The Cortina Gallery,
in fact, from its birth has demonstrated acuteness and foresight
in editorial and artistic trends, aspiring to having its own
“group” of not only well-known authors, but also emerging
personalities, individuating the quality and the possible
consequent possiblity of success.
It is therefore a
precious occasion to observe how the synergy between public and
private, between entrepreneurship and cultural promotion is
important.
After all, the close
collaboration between galleries and public institutes is
demonstrated by this exhibit at Cascina Roma.
The exhibition is
meant to be, at the same time, a celebration for what has been and
a good omen for what will come.
Contributions by Pierre Restany, Franco Passoni, Angela Madesani,
Maria Teresa Ferrari, Luciano Minguzzi, Felicita Frai, Nantas
Salvalaggio, Paolo Mosca, Nino Romano, Paolo Pillitteri, Alma
Cappiello, Maria Pia Fanfani, Gianna Tani, Giorgio Marconi,
Giorgio Ghelfi, Guido Palmieri.
Catalogue in gallery.
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